
Mangimi Circolari ed Accrescimento dell’Orata: Risultati Promettenti dai Test Preliminari
Gennaio 29, 2025I primi risultati preliminari del progetto Acquainnova 2.0, co-finanziato dal MASAF e coordinato dall’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari, sono stati esposti ad AQUAFARM 2025, la principale fiera italiana dedicata all’acquacoltura, nella sezione riservata alla circolarità dei sistemi di produzione. L’intervento, incentrato sugli indici di impatto ambientale dei mangimi per specie ittiche, è stato presentato dal coordinatore del progetto Prof. Emilio Tibaldi, coadiuvato dal Prof. Roberto Pastres, che nel progetto coordina le attività relative alla stima della sostenibilità ambientale.
Il progetto Acquainnova 2.0, iniziato nell’aprile del 2024, mira a mettere a punto mangimi innovativi per l’allevamento di orata e trota iridea, che risultino più sostenibili e conformi ai canoni della circolarità rispetto agli attuali per quanto attiene l’origine dei componenti proteici. In particolare, le 12 formulazioni prototipo di AcquaInnova 2.0, delle quali 6 progettate per l’orata e 6 per la trota iridea, contengono in varia associazione:
I) proteine di origine vegetale,
II) proteine animali trasformate (PAT) derivate dalla lavorazione di sottoprodotti della trasformazione di carni avicole, suine e da pesce
III) proteine ottenute da biomasse batteriche;
IV) proteine estratte da insetti. L’analisi di sostenibilità ambientale si basa sul calcolo di una serie di indicatori di potenziale danno ambientale, quali l’impronta carbonica, l’uso del suolo, l’Impronta Ambientale di Prodotto o PEF (Product Environmental Footprint), un indice composito che combina linearmente 16 indicatori di impatto. Tale indice è incluso nella certificazione “Aquacoltura Sostenibile” promossa dall’Associazione Piscicoltori Italiani e dal MASAF.
Questi indicatori sono stati sinora calcolati per ognuna delle 12 formulazioni mangimistiche, attualmente in fase di test presso la stazione sperimentale di acquacoltura dell’Università di Udine, partner del progetto. I risultati preliminari indicano che i mangimi a più elevato tenore di proteine vegetali se non ottenute dalla soia, hanno l’impronta carbonica più bassa, inferiore al kg di CO2 eq per kg di mangime. D’altra parte le formulazioni a più elevato tenore di proteine animali trasformate hanno l’impatto inferiore in termini di uso del suolo. Complessivamente, l’indice PEF delle 12 preparazioni varia tra 120 e 180 micropunti/kg di mangime: anche in questo caso, il valore inferiore è relativo ai mangimi ad elevato contenuto di proteine vegetali non ottenute dalla soia. Al limite superiore troviamo i mangimi in cui parte delle PAT derivano da farine da scarti suini.