Acquainnova, un convegno per presentare i risultati della ricerca
Ottobre 20, 2023Ai consumatori piace il pesce allevato con gli insetti
Ottobre 26, 2023Con la fine della sperimentazione e delle analisi sui campioni di trota e orata allevati durante il progetto Acquainnova, sono stati resi disponibili i risultati della ricerca durante una conferenza online dedicata. L’obiettivo era quello di valutare le prestazioni di crescita e il valore nutrizionale delle specie ittiche alimentate con nuovi mangimi, in particolare quelli contenenti farine di insetto (Hermetia Illucens e Tenebrio Molitor).
Le premesse della ricerca Acquainnova
La storia della transizione proteica nelle formulazioni mangimistiche, nel passato, ha trovato nelle Pat (Proteine animali trasformate) e nelle fonti proteiche e lipidiche vegetali le alternative più consone in sostituzione delle risorse alieutiche come l’olio e la farina di pese. Un primo passo nel processo di sostenibilità delle produzioni da acquacoltura, in un’ottica di “sfruttamento sostenibile” delle risorse naturali utilizzate come ingredienti nei mangimi delle specie ittiche carnivore che oggi vengono allevate, seguito dalla ricerca di nuove formulazioni. Il motivo? Mitigare la crescente competizione per le risorse alimentari sia fra le diverse produzioni zootecniche ma anche con l’alimentazione umana. Per questo, in continuità con il progetto Ager 2-Sushin, Acquainnova si è posta l’obiettivo di trovare un nuovo equilibrio nella formulazione mangimistica che tenesse conto di due fattori: la conformità degli ingredienti alternativi al principio di “economia circolare” e la loro disponibilità (da intendersi come basso livello di competizione con lo sfruttamento per fini zootecnici e per il consumo umano). Due le specie ittiche prese in esame: trota e orata.
Le proteine alternative dei mangimi studiati da Acquainnova
Tra gli alimenti proteici studiati dal progetto Acquainnova troviamo:
- Proteine animali trasformate: ormai reintrodotte da circa una decina di anni all’uso mangimistico (Regolamento europeo 2013/56), le proteine derivanti dai sottoprodotti della macellazione avicola, per esempio, rappresentano un eccellente risorsa proteica che da sola, virtualmente, riuscirebbe a coprire il 60-70% dell’apporto proteico dei mangimi per l’acquacoltura italiana. I vantaggi: un elevato livello del valore biologico della proteina che apportano, costi relativamente contenuti, non contese dal consumo umano e conformi all’economia circolare (in quanto riciclo di proteine nobili). Gli svantaggi: mancata accettazione dei prodotti ittici così allevati da parte di alcune catene della Gdo e competizione di questa risorsa alimentare con il petfood.
- Proteina da farine di insetti: autorizzate all’impiego mangimistico per animali monogastrici, pesci compresi, nel 2017 (regolamento europeo 2017/893 e 2021/1925), questa materia prima ha aperto allo sviluppo di nuovi mercati. Attualmente, l’elenco delle specie di insetti ammesse conta 8 specie che appartengono a 4 ordini (Diptera, Coleoptera, Orthoptera e Lepidoptera). I vantaggi: buone fonti proteiche di medio o elevato valore biologico a seconda della specie di insetto selezionato, presenza di composti bioattivi (chitina, peptidi, ecc.) che si sono rivelati svolgere un ruolo benefico per la natura dei pesci (soprattutto a livello intestinale), conformità all’economia circolare dal momento che sono capaci di bioconvertire la sostanza organica (ossia, sottoprodotti vegetali) in proteine nobili. Gli svantaggi: limitata disponibilità di mercato che rende il prezzo non sempre competitivo anche a causa della limitazione sulle specie e i substrati attualmente ammessi all’utilizzo in allevamento.
Da queste considerazioni, si è maggiormente chiarita la mission di Acquainnova: approfondire lo studio della risposta di trota e orata all’associazione, nei mangimi, di Pat e farine di insetti come componenti di diete concepite su larga base vegetale, così da minimizzare il ricorso a derivati ittici e vagliare l’apporto nutritivo di due determinate farine di insetti (Hermetia Illucens e Tenebrio Molitor), sia da sole che in abbinamento.
Dalla teoria alla pratica
Propedeutica alla formulazione delle diete alternative è stata la caratterizzazione chimico-nutrizionale, effettuata presso i laboratori del Ciheam Bari, degli ingredienti test. Il risultato ha confermato la qualità delle fonti proteiche alternative in confronto al tenore proteico delle più tradizionali farine di pesce. L’analisi ha permesso, quindi, di “costruire” 8 diete test: 4 per l’orata e 4 per la trota, tutte concepite per rispondere alle necessità nutrizionali delle specie studiate e prodotte in modo isoproteico e isolipidico. Fra queste diete, anche una formulazione di controllo concepita per fornire un apporto proteico derivate per il 15% da fonti ittiche (sottoprodotto della lavorazione del pesce), per il 35% da farine di sottoprodotto avicolo, per il 45% da una miscela di proteine di origine vegetale e per il 5% da fonte batterica. Questa è stata, di fatto, anche la base per creare le altre 6 farine alternative in cui il 15% di farina vegetale è stato sostituito da farina di insetti, sia singolarmente sia in associazione (con un rapporto 1:1).
La sperimentazione in vasca
Una volta composte le diete test e di controllo, si è passati alla valutazione del loro impatto in termini di digeribilità grazie alla somministrazione a trote e orate contenute in specifiche vasche metaboliche. Allo stesso modo, si è valutato anche l’impatto delle diete sperimentali in confronto a quelle commerciali attraverso un sistema di alimentazione ad libitum di 6 giorni su 7 negli stessi ambienti controllati. La durata delle prove è stata di 20 settimane per l’orata e di 11 settimane per la trota. Di seguito, i maggiori risultati:
- Indice di digeribilità: per tutte le diete test si sono riscontrati indici di digeribilità apparenti del tutto trascurabili. Tuttavia, per la trota, si sono osservati dei coefficienti di digeribilità apparenti per la quota proteica migliori in quelle diete che includevano il Tenebrio, sia singolarmente che in associazione. Per l’orata, i risultati migliori, invece, si sono osservati nelle diete che includevano singolarmente la farina di Tenebrio.
- Aspetto produttivo: la performance zootecnica ha contribuito alla crescita delle trote da 100 a 320 grammi e delle orate da 80 a 300 grammi. Più nello specifico, gli indici di prestazione zootecnica evidenziano che, nella trota, i tassi di accrescimento specifici entro le diete sono risultati trascurabili così come simili sono risultati gli indici di conversione alimentare fra diete test e controllo. In generale le formulazioni mangimistiche innovative sono risultati migliori rispetto alla formulazione standard. Stesso andamento per l’orata: risultati favorevoli sia per i tassi di accrescimento specifici che di conversione alimentare se paragonate alle diete commerciali.
- Rese commerciali: nessuna differenza emersa. Per quanto riguarda i filetti, però, l’analisi dei campioni ha permesso di determinare che quelli derivanti da trote sottoposte a diete inclusive di insetti risultano più ricchi di vitamina A ed E, ma un minore tenore della vitamina D3 (a causa del minor quantitativo di olio di pesce presente) e di grassi. Andamento simile anche per i filetti di orata. Relativamente al contenuto di acidi grassi, le diete test per la trota hanno dimostrato che i filetti hanno tenori di grassi saturi, monoinsaturi e polinsaturi della serie N-6 inferiori rispetto a quelli ottenuti con diete commerciali. Stesso discorso per l’orata, in cui, peraltro, va evidenziata la presenza di un livello superiore di acidi grassi polinsaturi N-3 (a fronte, comunque, di un miglioramento del rapporto N-3/N-6 rispetto ai mangimi commerciali).
- Indici di sostenibilità: l’impatto sulle risorse alieutiche delle farine test si è dimostrato minore rispetto alle formulazioni commercialmente disponibili mentre, in termini di costi di alimentazione, solo i mangimi con la presenza di Hermetia Illucens hanno retto il paragone con i mangimi tradizionali.
Le conclusioni: 3 keypoint
Sulla base dei risultati ottenuti dalle analisi sui dati della sperimentazione, è possibile sintetizzare le conclusioni del progetto Acquainnova in 3 keypoint:
- per digeribilità dei nutrienti, risposta zootecnica, rese commerciali e composizione chimico-nutrizionale della porzione edule, le diete test sono risultate quasi sempre migliori o perlomeno confrontabili con i mangimi commerciali
- l’associazione di Pat avicola e fonte proteica da insetto in mangimi a larga base vegetale e a basso contenuto di pesce conferma la sua validità rispetto ai comuni indicatori di sostenibilità
- in entrambe le specie ittiche, le diete con farine di Tenebrio Molitor da sola o in associazione ha ottenuto risultati tendenzialmente migliori di produzione quali-quantitativa. Ma questo apparente vantaggio non risulta ancora trasferibile ai mangimi commerciali a causa dell’elevato prezzo di mercato della farina di Tenebrio Molitor.